LE OCCASIONI PERDUTE

GRANDI OPPORTUNITA’ GETTATE ALLE ORTICHE:


1988 – LANCIA HIT – PININFARINA

Nel 1988 la Pininfarina propose la HIT, (acronimo High Italian Technology), un esemplare unico su base Lancia Delta HF Integrale del 1988 con cui il Carrozziere torinese mise in campo tutte le sue conoscenze dell’epoca in fatto di materiali compositi e fibra di carbonio applicati ad una vettura compatta, sotto i 4 metri di lunghezza.
La Lancia aveva già lavorato ai prototipi ECV del Gruppo B, che utilizzavano estensivamente fibra di carbonio e Kevlar, ma la HIT era una delle prime concept car a sfruttarla pensando ad un suo utilizzo per la produzione in serie.La vettura si presentava come una moderna e piacevole coupé 2+2 a due porte con telaio scatolato “a vasca” in Nomex, fibra di carbonio e Kevlar, elementi che restavano a vista nei longheroni sottoporta.
La carrozzeria era in fibra di vetro, con paraurti integrati e gruppi ottici di tipo innovativo per l’epoca: quelli posteriori sono nascosti sotto il vetro del lunotto, mentre quelli anteriori sono piccoli e del tipo polielissoidale.Il grande montante posteriore e la coda arrotondata fanno da contrasto al frontale appuntito con la mascherina Lancia sottile e stilizzata, mentre i cerchi in lega a otto razze danno un tocco di eleganza assieme alla grafica bicolore perimetrale.

Fonte: Mario Buonocunto
Image Credit: Pininfarina


1992 – LANCIA HYENA – ZAGATO

DOVEVA ESSERE L’EREDE DELLA DELTA HF…

Siamo nel 1992 quando la Carrozzeria Zagato, terminata la produzione del’Alfa Romeo SZ, decide di proporre una sportiva in piccola serie ancora più esclusiva. La nuova supercar prende il nome di Lancia Hyena ed esordisce ufficialmente al Salone di Bruxelles dello stesso anno, riscuotendo l’ammirazione del pubblico.
Anche gli interni hanno una impostazione fuori dal comune, con la plancia in fibra di carbonio a vista che ospita nove strumenti analogici a sfondo chiaro. Nessuna traccia delle finiture eleganti tipiche delle vetture di Chivasso: soltanto la componentistica secondaria (comandi della climatizzazione, bocchette, pulsanti) è ripresa dalla produzione Lancia. L’unica concessione al lusso è rappresentata dai sedili sportivi rivestiti in pelle pregiata, ripresi dalla Delta integrale Evoluzione.
La produzione della Hyena è completamente artigianale e i materiali sofisticati (la sola plancia in carbonio costa 7.500 dollari) incidono molto sul prezzo al pubblico, fissato in 75.000 dollari di allora. Ne vengono assemblati soltanto 25 esemplari, commercializzati dalla stessa Zagato e acquistati prevalentemente da facoltosi collezionisti stranieri.Purtroppo l’uscita di scena della Lancia Hyena rappresenta la fine prematura delle sportive artigianali italiane. A conferma della bontà delle linee, Zagato ne riprende il design per la concept car Zuma, presentata al Salone di Bruxelles del 1998 ma basata questa volta su meccanica di derivazione Audi.
Fonte : http://www.auto-classiche.it – articolo di Giacomo Arosio


1995 – LANCIA KAYAK – BERTONE

1995 , CI PROVA BERTONE CON LA KAYAK…

La Bertone Kayak o Lancia Kayak è una concept car realizzata dalla carrozzeria italiana Bertone per l’azienda automobilistica italiana ed esposta nel 1995 al Salone dell’auto di Ginevra.
La vettura, un’elegante coupè dalle linee tese, nasceva sulla base meccanica della Lancia K degli anni 90.
Fu proposta dalla gloriosa carrozzeria torinese per dimostrare le possibilità di realizzazione di una vettura a marchioLancia dall’impronta molto sportiva che si discostasse stilisticamente dalla normale produzione in serie, ma che nel contempo rimandasse alle classiche Lancia coupé del dopoguerra[1], come ad esempio la Lancia Aurelia , della quale la Kayak voleva proporsi come erede ideale e reinterpretazione in chiave moderna.
Questo concept era caratterizzato da un corpo vettura a tre volumi, quindi piuttosto classico per una coupè.
Il frontale era dotato di una calandra sottile a tutta larghezza che lasciava appena intravedere i gruppi ottici, posti dietro la calandra stessa, mentre la coda spiovente e raccolta conferiva dinamismo alla vista d’insieme.
Lo stesso Gianni Agnelli apprezzò molto la vettura all’epoca della sua presentazione, tanto che nel 1996 ne fu riproposta una versione marciante che sembrava far presagire ad un suo possibile futuro commerciale.
Purtroppo, però, la vettura non ebbe alcun seguito produttivo.
Fonte : Wikipedia


2003 – LANCIA FULVIA – CENTRO STILE LANCIA

2003 : UN SOGNO SVANITO……

Correva l’anno 2003 , ed il cuore dei Lancisti ebbe un sussulto quando sul web apparirono le prime foto di una concept car Lancia ispirata alla mitica Fulvia Coupè……
Peccato che dopo la presentazione ai vari saloni internazionali , il management Fiat chiuse quel sogno in un cassetto , infrangendo ancora una volta le speranze del popolo Lancista.

IL PARERE DEL “DRAGO” , SANDRO MUNARI

Ho avuto occasione di guidare la Fulvia Coupé a Torino, nel centro prove della Fiat, situato all’interno della splendida ed enorme tenuta della “Mandria”. Centro che io conosco molto bene, dati i parecchi giorni lì trascorsi nel periodo in cui effettuavo numerosi test di messa a punto sulla Stratos.
Oggi ad attendermi, in una assolata giornata autunnale, c’erano due splendide vetture.
La nuovissima Fulvia Coupé che vedevo per la prima volta e che mi ha colpito favorevolmente, per la sua linea armoniosa ma decisa, dove traspaiono nitide somiglianze con la sua antenata.
L’altra era proprio la gloriosa Fulvia HF 1600 che si sentiva quasi intimidita a cospetto della lucente e più “fresca” erede. Ma è bastato che io le appoggiassi una mano sul cofano per sentirsi coccolata, pimpante e desiderosa di dimostrare alla sua discendente che era ancora lei la mia prediletta. Per non disilluderla sono salito subito da lei percorrendo alcuni chilometri, facendoci fotografare ancora una volta insieme. Mentre “tiravo” ho cercato di rassicurarla a riguardo delle prestazioni un po’ sbiadite, dicendole che anch’io non ero più lo stesso di un tempo e che era comunque sempre bello ed emozionante sentire il suo palpitante ruggito.
Dopo avere avuto la sua approvazione, finalmente salgo sulla sua erede.
Sinceramente devo dire che, nonostante i due abitacoli fossero, per forza di cose, di stampo completamente diverso – spartano e di tipo corsaiolo quello della HF, raffinato e confortevole l’altro – ho provato lo stesso feeling. “Non ditelo alla mia senile compagna di sempre, ci resterebbe male!”
La sensazione che ho avuto appena mossi i primi passi con la nuova Fulvia, è stato di sentirmi tutt’uno con lei. Poche volte ho provato questa sensazione, pur avendo guidato centinaia di vetture diverse.
Questo significa che la vettura ha delle caratteristiche innate, che opportunamente riviste, potrebbero diventare interessanti anche sotto il profilo “corsaiolo”.
L’impressione di guida che ho avuto è in sostanza molto buona, se pensiamo che si tratta di un prototipo e soprattutto che è alle prime armi.
La cosa che mi ha impressionato maggiormente è stata la tenuta di strada che è veramente eccezionale, nonostante in Lancia non abbiano avuto molto tempo per fare dei test più approfonditi.
Ottimo e preciso l’inserimento in curva che a differenza della sorella maggiore, ha un comportamento più neutro, risultando molto più facile da guidare. Questa differenza è dovuta soprattutto perché il propulsore sulla Fulvia HF è posizionato a “sbalzo”, mentre sulla nuova Fulvia è più arretrato.
Il motore e il cambio, pur funzionando bene, non sono quelli più adatti per una vettura dalle aspettative così pretenziose. Ritengo, ma lo sanno anche in Lancia, che una vettura di questo rango, debba essere “spinta” o meglio “tirata” da un propulsore dalle prestazioni più elevate.
In conclusione questa Fulvia ha tutte le carte in regola per diventare una vettura dal grande futuro commerciale ed anche sportivo; in questo ultimo caso la trazione integrale è d’obbligo.
Si sente però dire che ai vertici Lancia non abbiano ancora deciso se produrla o meno. A questo punto mi sbilancio del tutto, perché francamente non ne capisco i motivi, anche se fossero di natura economica.
Da anni in Lancia non nasceva una vettura con questo potenziale. Non voglio polemizzare o criticare nessuno. Ma se la Lancia non investe in questo modello, che è valido sotto tutti i profili, tecnici, estetici, e con passato storico invidiabile, con che cosa pensa di recuperare il terreno perduto?
Clin-Clon.…Ultimo avviso! Il treno Torino – Montecarlo passa una sola volta. Affrettatevi a costruirla e a farla correre! Il successo è assicurato, parola del Drago.
SANDRO MUNARI


2011 – LANCIA STRATOS – PININFARINA

2011 : QUANDO LA PASSIONE NON BASTA

Dopo l’abbandono del progetto Fulvia Coupè del 2003 , nel 2011 un’altra notizia infiammò i cuori dei Lancisti.

Questa volta non si trattava di un progetto della casa madre ma di un imprenditore tedesco , Michael Stoschek , che dopo aver fatto realizzare  al centro stile Pininfarina  un prototipo basato esteticamente sulla storica Lancia Stratos su pianale e meccanica  Ferrari F430 , ne aveva proposto la realizzazione di una piccola serie al gruppo Fiat.

Nonostante il presidente del gruppo Luca Cordero di Montezemolo si fosse espresso favorevolmente dopo averla provata personalmente sul circuito di Fiorano , dopo alcuni mesi arrivò l’ennesima doccia fredda :

La Ferrari infatti si oppose al progetto , temendo che la Stratos potesse toglierle quote di mercato.

Ancora uno schiaffo alla Lancia , ancora un’occasione persa…….

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Preferirei spingere la mia Lancia, piuttosto che guidare un'Audi...